La Tragedia di Santa Catarina

Cari amici purtroppo uno stato dei più belli del sud del Brasile è stato colpita da una tremenda tragedia ambientale: la piggia costante ha causato frane ed alluvioni che hanno portato a più di 200 morti, 80000 senza tetto e attualmente ci sono ancora molti dispersi.
Il problema maggiore è che alcune cittadine sono letteralmente state ingoiate dalle frane e li non si potrà più ricostruire le case per evitare nuove tragedie.
La televisione Rede Record sta facendo una campagna dal nome "Ricostruiamo Santa Catarina" son cui sta cercando di raccogliere fondi per ricostruire 40000 abitazioni alleviando così il dolore e le perdite dei senzatetto.

Chi volesse dare il suo contributo può farlo tramite il conto
Banco Bradesco: Agência: 0922-9C/C: 2500-3


Ecco per voi l'appello del giornalista del mio programma preferito Brito Junior






Maggior dettagli dal sito Panorama.it

“Una pioggia così qui non l’abbiamo mai avuta. Tutto, ho perso tutto ma ricominceremo, ce la faremo”. Maria Osania de Chaves ha solo 30 anni ma le lacrime che le cadono copiose sulle guance, mentre parla con il giornalista della tv Record, la fanno apparire molto più vecchia dell’età che ha. Da due giorni è sfollata dalla sua casa di Nova Trento ma, nonostante tutto, non perde la speranza mentre abbraccia i suoi due figli più piccoli. Come Maria, solo nello stato di Santa Caterina, nel sud del Brasile, altri 52.318 abitanti sono stati costretti a scappare dalle loro case. In tende e da parenti e amici i più fortunati, semplicemente all’addiaccio la gran maggioranza. Il motivo del disastro che li ha costretti alla fuga è la pioggia che da mesi sta cadendo, incessante e continua, nella parte meridionale del Brasile, tradizionalmente la più organizzata. Oggi, questo angolo paradisiaco di Brasile è in ginocchio, sommerso dall’acqua.
“Le persone che hanno subito danni sono oltre un milione e mezzo e se continuerà a piovere sarà la fine”, ha detto con il groppo in gola Luiz Henrique Silveira (PMDB), governatore di Santa Catarina. Che poi spiega il perché del disastro: “Quattro mesi di pioggia battente, senza sosta, che sta sciogliendo la terra mentre le case stanno franando. Abbiamo 7.300 sfollati in luoghi pubblici d’accoglienza. È il disastro più grande mai visto da queste parti”.
Alle 10.30 di martedì mattina, la Protezione Civile brasiliana ha diramato l’ultimo bollettino di questa tragedia per la quale il presidente brasiliano Lula ha deciso di proclamare un minuto di stop in tutto il paese, un minuto di silenzio in solidarietà con le vittime che, al momento, sono 65 ma – assicurano gli esperti – sono destinate ad aumentare di molto perché otto comuni non sono neanche ancora stati raggiunti dai soccorsi via elicottero. São Bonifácio, Luiz Alves, São João Batista, Rio dos Cedros, Garuva, Pomerode, Itapoá e Benedito Novo i comuni completamente isolati, mentre quattro hanno proclamato la pubblica calamità (Gaspar, Rio dos Cedros, Nova Trento e Camboriú) e sette quello di emergenza (Balneário de Piçarras, Canelinha, Indaial, Penha, Paulo Lopes, Presidente Getúlio e Rancho Queimado).
Tra l’altro sino a mercoledì la pioggia non è destinata a diminuire d’intensità e, dunque, le strade, compresa la nazionale BR101 che collegano tramite la costa orientale, il sud con San Paolo e il nord del paese, sono interrotte da frane. Florianopolis, città balneare che rappresenta il buen retiro di molti paulisti e turisti stranieri, è isolata via terra e anche negli stati meridionali di Paranà e Rio Grande do Sur (oltre che in alcune zone del Paraguay) è stata proclamata l’emergenza causa pioggia. Intanto continuano ad affluire verso lo stato di Santa Catarina ogni sorta di aiuti – dalle medicine alle tende inviate per ordine diretto del presidente Lula – soprattutto grazie all’intervento della Protezione Civile e del genio militare che sta prestando soccorso tramite l’unico mezzo possibile in questi casi, ovvero l’elicottero.



Alcuni video con le immagini del disastro che ha colpito il Sud del Brasile






L’acqua sommerge l’80% della città di Itaiaí





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