Brasile: come va realmente l'economia?


Il Brasile stringe ulteriormente "la cinghia" aumentando il tasso di sconto (Selic) all'11%, di 25 punti base. 
È questa la scelta del governatore della Banca centrale del Brasile, Alexandre Tombini, che ha lo scopo di contenere la pressioni dell'inflazione che può portare una minaccia alla stabilità del Paese. 
Ieri si è avuto il nono rialzo consecutivo, che porta a  due gli anni di "prudenza restrittiva" in termini di politica economica, periodo che, nonostante l'ottimismo dei ministri economici di Brasilia che prevedono una inversione di tendenza, dura dall'inizio del 2013.
La maggior preoccupazione del ministro dell'Economia Guido Mantega è l'inflazione annua vicina al 6,5% e la decelerazione, nella corsa dei prezzi,non è ancora sufficiente per rivedere le politiche monetarie restrittive. Aumentare i tassi di interesse senza dubbio ha il vantaggio di contenere il surriscaldamento dei prezzi ma d'altro canto ha lo svantaggio di attenuare la crescita del Pil. 
La previosione di crescita del Pil per il 2014 dovrebbe attestarsi all'1,8%, secondo il LatinFocus Consensus forecast, un gruppo di esperti analisti privati che periodicamente formulano delle previsioni. 
Previsioni che anche Goldman Sachs formula al ribasso motivando il rallentamento economico con la minor crescita di Argentina e Cina a cui si deve aggiungere il raffreddamento della domanda interna brasiliana. 

I dati dell'economia brasiliana registrano un'espansione del 7,5% nel 2010, del 2,7% nel 2011 e solo dell'1% nel 2012 a cui fa riscontro una buona ripresa nel 2013, anno in cui il Pil è salito del 2,3% rispetto all'anno precedente. 
Attualmente la situazione interna e internazionale del Brasile è chiaramente condizionata dalle elezioni presidenziali del prossimo ottobre, in cui l'attuale presidente Dilma Rousseff, che nelle ultime settimane ha registrato un calo di consensi, ripresenterà la sua candidatura. 

Malcontento e polemica è stato causato la scorsa settimana dalla decisione dell'agenzia internazionale Standard &Poor's che ha tagliato il rating sovrano del Brasile, portandolo da BBB a BBB-, il livello più basso di investnment grade
Il motivo della parziale bocciatura, secondo S&P, dipende da un insieme di fattori: «Indebolimento del bilancio, fragilità sui conti con l'estero e la prospettiva di una diminuzione delle capacità di intervento di bilancio rispetto a una crescita frenata nei prossimi anni e una difficoltà ad aggiustare la politica prima delle elezioni presidenziali». 
Le reazioni dure del ministro Mantega e del presidente Rousseff non si sono fatte attendere tanto che accusano l'agenzia S&P di subire evidenti pressioni politiche mostrando un'avversione ai governi di sinistra.
(Diego T.)
® Italiano Brasileiro
Copyright © 2008 ITALIANO ... BRASILEIRO | Editato da D.T.