La grande truffa dei passaporti italiani
Un bisnonno perduto, o mai esistito, un indirizzo in Italia, un cognome. Tutto si può avere, basta pagare. Diventare italiani non è difficile, con i contatti giusti, un po’ di soldi e pochissimi scrupoli. Non importa se si è davvero discendenti, basta partire dal Brasile. Infine essere disposti a passare qualche settimana in uno sperduto comune appenninico. Il premio finale sarà un passaporto rossiccio con l’ambita dicitura «Unione europea». Porta aperta su qualsiasi Paese del mondo, per lavorare omagari fare tutt’altro.
Un lavoro di ricerca tra il Brasile, Londra e alcuni comuni italiani ha permesso al Corriere di venire a capo di una rete criminale che fa evitare anni di attesa, o addirittura crea dal nulla il diritto alla cittadinanza italiana, infilandosi nelle maglie larghe della legge del 1992, e delle successive direttive. I documenti di cui siamo in possesso dimostrano connivenze pesanti: alberi genealogici fasulli sono stati legalizzati presso la nostra ambasciata a Brasilia, poi fatti pervenire in un comune del Savonese, dove nel frattempo la «rete» offre alloggio e una residenza fittizia al futuro cittadino italiano. Ancor più preoccupante è uno scenario a latere che una fonte ci ha tracciato, come nell’intervista qui sotto. Organizzazioni estremiste starebbero usando il Brasile come ponte per «italianizzare» individui che in nessun altro modo riuscirebbero a entrare, per esempio, negli Stati Uniti. È una forma assai sofisticata di riciclaggio di identità, con la legge italiana anello debole della catena.
Il primo appuntamento è in un ufficio di San Paolo o di Porto Alegre, davanti a un mediatore. Ma per chi è già in Europa, magari da clandestino, tutto si può organizzare da Londra. La tariffa del servizio dipende dalla difficoltà del lavoro. Prendiamo l’esempio più eclatante: il «cliente» brasiliano non ha alcun antenato italiano. Per una cifra che ruota attorno ai 10.000 euro, la gang risolve il problema. Commissiona in Italia un certificato di nascita, vero, di un emigrato in Brasile, fine ’800 o inizi del ’900, e lo fa diventare bisnonno del brasiliano, falsificando i certificati intermedi.
Antonio Bordon, nato a Rovigo nel 1909, è diventato antenato di tale Maria Helena de Abreu, una donna di 38 anni. La banda ha commissionato a una tipografia clandestina un falso certificato di nascita della madre della donna, ma il Corriere ha rintracciato l’originale nell’anagrafe di un piccolo comune brasiliano, Patos de Minas. Il nonno veneto non è mai esistito. O meglio, era nonno di qualcun altro. Tutto l’albero genealogico taroccato, necessario per ottenere la cittadinanza, porta il via libera della sezione consolare dell’ambasciata di Brasilia. In questi giorni la donna è a Savona, aspettando la nuova carta d’identità.
E non è solo il caso della Abreu, ma di decine di altre pratiche, stessi timbri, stesse firme. «Non ti preoccupare, passiamo da quell’ufficio, dove ci sono i nostri amici», ha detto un mediatore a una brasiliana che si fingeva interessata, ma faceva presente di non vivere a Brasilia, ma in una città del sud. È nella capitale il cuore della truffa e potrebbero essere centinaia le pratiche timbrate negli ultimi anni senza alcuna verifica. Mentre i consolati di San Paolo, Porto Alegre o Curitiba— con decine di milioni di discendenti italiani— sono affogati dalle pratiche di cittadinanza (fino a 20 anni di attesa), l’ufficio ospitato nella nostra ambasciata si occupa solo del Distretto Federale, che ha meno abitanti di Roma. Per riuscire a far arrivare la pratica fasulla sulle scrivanie degli «amici», la gang deve falsificare un altro documento e inventare che il richiedente sia di Brasilia. Il che, nella stragrande maggioranza dei casi, non è vero.
Una circolare del 2002 ha stabilito che gli oriundi, una volta trovati i documenti, possono richiedere la cittadinanza in qualunque comune italiano nel quale abbiano fissato la residenza. La decisione ha creato una rete di agenzie e intermediari, che agiscono soprattutto via Internet. Con varie migliaia di brasiliani che vogliono concludere le pratiche in Italia è fiorito il turismo da passaporto. Alcuni Comuni si sono specializzati nella produzione in massa di cittadinanze. Si trovano a Savona e provincia, in Garfagnana, nelle province di Ancona e di Reggio Calabria: in ognuna di queste aree agisce almeno una agenzia gestita da italo-brasiliani, e molte sono perfettamente legali. La gang che fa passare i documenti attraverso i complici di Brasilia punta soprattutto su Savona e altri comuni della provincia come Millesimo e Cairo Montenotte. Qui vive Maria Teresa Cropanise, una brasiliana che ha fondato l’agenzia Spazio Brasil e negli ultimi due anni ha fatto «nascere» — parole del suo sito— almeno una ottantina di nuovi italiani con l’aiuto dell’anagrafe locale. I futuri compatrioti vivono in due appartamenti della zona, fino all’arrivo della sospirata cittadinanza. Buona parte sono davvero discendenti di nostri emigranti, ma diversi casi sono palesemente fasulli.
Nel municipio di Cairo Montenotte abbiamo sfogliato il fascicolo del falso oriundo Jean Carlos Batista da Silva: è diventato italiano perché l’organizzazione gli ha «creato» un bisnonno chiamato Pasquale Castelluccio. L’antico emigrante è esistito davvero, ma era l’antenato di un altro cliente in regola della Spazio Brasil, tale Carlos Henrique Castelluccio. Un riciclo, insomma. Davanti all’evidenza, il sindaco della cittadina Fulvio Briano si è detto «sconvolto». Sostenendo di non avere alcun controllo sull’anagrafe del proprio municipio, Briano ha annunciato che porterà già oggi il caso alla procura di Savona. Cairo Montenotte, negli ultimi due anni e mezzo, ha creato 40 nuovi italiani. Quasi tutti hanno avuto i documenti timbrati e legalizzati dall’ambasciata di Brasilia.
ROCCO COTRONEO PER IL CORRIERE DELLA SERA
Giusto per riflettere un pochino e per pensare come sia difficile per noi Italiani ottenere un passaporto verde timbrato da Brasilia....comunque il mio consiglio è sempre seguire le vie legali perchè anche se presentano costi e difficoltà e necessitano di tempo e pazienza potrete sempre avere la coscienza tranquilla e non rischiare di perdere tutto quelle che avrete costruito utilizzando un documento falso.
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