Brasile e UE contro il dominio cinese

L’asse di ferro Brasile-Ue vuol fare le scarpe ai cinesi

Hanno imparato a fare le scarpe e sono pronti a invadere sia il mercato europeo sia quello asiatico. «Nel pieno rispetto delle regole», sottolineano. Il settore brasiliano delle calzature cresce (anche in qualità) tra il 15 e il 20% l’anno. E conquista il terzo posto (4,8%) nella classifica dei produttori mondiali, ben lontano, tuttavia, dai colossi cinese (58,1%) e indiano (11,9%). L’Italia è nona con 225 milioni di paia prodotte e una quota di mercato dell’1,3%. Un settore, quello carioca, che vale 11,62 miliardi di dollari (l’export è a quota 1,36 miliardi). I dati sono stati forniti da Abicalçados (l’associazione brasiliana dell’industria calzaturiera) in occasione di una delle più grandi rassegne mondiali del settore, il Francal di San Paolo. Il comparto conta oltre 8mila imprese e 325mila addetti per una produzione di 814 milioni pezzi.
«Nel 2010 - dice al Giornale Milton Cardoso, presidente di Abicalçados e tra i più importanti produttori - le stime, ci danno già al 5,5%, ma faremo di più. Il pericolo per il nostro settore è identico a quello dell’Europa: l’invasione cinese. Sono già 35mila i prodotti cinesi incappati nella nostra legge antidumping. Abbiamo cominciato a capire - aggiunge Cardoso - che cosa significhi l’export per l’economia di una nazione. Noi eravamo abituati a importare. Ecco, abbiamo cambiato la nostra mentalità. Grazie anche al governo centrale che è stato al nostro fianco, proteggendoci anche con la legge antidumping. Dolorosa ma necessaria per salvare i nostri interessi nel Mercosul». (Una sorta di Ue ristretta tra Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay, ndr).
Ora il quadrilatero del Mercosul va un po’ stretto a un settore i cui margini di crescita sono enormi. E quindi? I brasiliani vogliono conquistare l’Europa, e anche l’Italia: «Noi siamo pronti - continua Cardoso - conosciamo le regole del mercato e le rispettiamo. Chi non le rispetta resta fuori». Traduzione libera: un patto di ferro Ue-Mercosul per fermare l’invasione asiatica.
Milton Cardoso non lo esclude: «Mi chiedete - conclude - se firmerei quel patto? L’avrei firmato... ieri». Chiaro, no? Forse sta per partire una crociata. Obiettivo: fare le scarpe ai cinesi e all’Asia intera. La finanza di carta ha già sconvolto le economie nazionali. Il commercio senza regole potrebbe seppellirle definitivamente.

fonte:ilgiornale.it

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