Indios Guaranì contro il gigante Shell

Indios Guaranì contro il gigante Shell


Costretti a vivere in condizioni sempre più precarie, gli indios Guaranì del Brasile hanno chiesto al gigante energetico Shell di cessare tutte le attività di produzione di etanolo sulle loro terre ancestrali.
Da circa un anno la compagnia anglo-olandese ha dato vita ad una joint-venture con il produttore locale di biocarburanti Cosan, coltivando canna da zucchero sulle terre appartenenti ai Guaranì. Nella loro lettera, gli indios brasiliani sostengono che “da quando la compagnia ha iniziato ad operare, la nostra salute - quella dei bambini, degli adulti e degli animali - si è deteriorata”.
Inoltre, i Guaranì lamentano che i nuovi coltivatori “non hanno mai chiesto il nostro permesso né ci hanno consultato prima di seminare sulla nostra terra”.
Già nell’estate del 2010 il governo brasiliano aveva notificato alla Shell la propria preoccupazione per le attività della joint-venture appena creata, ma senza risultati concreti.
Gli indios e le associazioni a difesa dei diritti delle comunità indigene accusano ora il governo centrale di non essere in grado di far rispettare le proprie leggi.
Queste terre appartengono infatti ufficialmente ai Guaranì, ma il governo brasiliano non è ancora riuscito a tracciarne i confini in maniera definitiva a causa di continui ritardi.
Per questo, spesso molti indios tornano sulle loro terre ancestrali ancora prima che le autorità abbiano ultimato l’opera di demarcazione, esponendosi ad attacchi violenti, come dimostrano i 56 morti nel solo 2010.
L’industria dei biocarburanti brasiliana è una delle più avanzate dell’intero pianeta, anche se il suo sviluppo ha causato la deforestazione di ampie aree del paese sudamericano e la trasformazione di terre fertili dei Guaranì in piantagioni di canna da zucchero da cui si ricava appunto il “biofuel”.
Queste terre sono state letteralmente sottratte alle popolazioni indigene, che si vedono confinate in riserve sovraffollate o ridotte a vivere in accampamenti di fortuna.
Tale situazione ha fatto in modo che per molti Guaranì sia diventato impossibile pescare e cacciare in molte aree, per non parlare della mancanza di terre fertili da coltivare.
“È un’amara ironia”, ha osservato Stephen Corry, direttore dell’organizzazione Survival International che si batte per i diritti delle popolazioni indigene, “che la gente acquisti l’etanolo della Shell come un’alternativa “etica” ai combustibili fossili. Certamente non vi è nulla di etico nel modo disumano in cui sono trattati i Guaranì.
Il governo brasiliano deve far rispettare le proprie leggi e fermare la distruzione totale delle terre degli Indios”.

di Michele Paris
Fonte:www.altrenotizie.org

3 commenti:

  1. Mamma mia che notizie terribili.
    Sarà che dopo aver fornito questa notizia mi dici dove si trovano queste terre ancestrali, visto che il Brasile è leggermente più grande dell'Europa.
    Ovviamente, quando si parla di salute, nella famosa lettera, si parlerà anche di quali sintomi stiamo parlando, sarei curioso di conoscerli.
    Ma una domanda più semplice è di conoscere i nomi delle 56 persone morte, dove sono morte e la data.
    Fornire numeri a casaccio si chiama disinformazione che non aiuta gli indigeni e neppure il lettore a comprendere il problema.
    Non è bello copiare e incollare notizie notoriamente false, solo per riempire le pagine.

    Giancarlo
    http://ilmosta.blogspot.com

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  2. Sig.Giancarlo, se Lei ha accesso ai canali televisivi Globo e Record avrà potuto assistire ai documentari speciali che hanno dedicato a questo argomento.
    Ora se sia tutto una bugia io non posso stabilirlo, mi limito a riproporre una notizia che è stata ripresa da un sito italiano.
    Le notizie che pubblico riportano sempre la fonte quando non sono scritte di mio pugno, di conseguenza se un argomento mi interessa, ritengo di poter essere libero di "riempire pagine" come Lei è libero di leggere o meno quello che c'è scritto.
    Le porgo i distinti saluti.

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  3. Globo e Rede Record non fanno documentari speciali, troppo impegnate a trasmettere novelas e partite di calcio, a parte Rede Record che occupa la notte a trasmettere incontri religiosi.

    Quando avviene che trasmettono qualcosa in merito sono prodotti "preconfezionati" da ONG che mentono spudoratamente, inventando fatti e eventi che non esistono, e per non essere smentiti mai citano date, luoghi o nomi.

    Semplificando, se io dicessi: "Diego ha ammazzato 56 persone" senza mostrare i corpi, senza citare i nomi dei morti, senza riferire quando; a Diego piacerebbe che la notizia poi venisse "propalata" da tutta la stampa nazionale, e Diego venga additato per strada dalle mamme, che dicono ai bambini "guarda quello, stagli lontano, è il mostro".

    La mia è una semplificazione, ovviamente, ma se tu sei d'accordo sul mio esempio, allora sei libero di copiare e incollare tutto quello che ti pare, accetti a priori di subire lo stesso trattamento.

    Se invece non sei d'accordo, credo che sarebbe meglio non divulgare notizie che non conosci solo perché qualche persona "interessata" la pubblica per i suoi lugubri interessi.

    Riempire le pagine va bene, ma "cum grano salis".

    Giancarlo
    http://ilmosta.blogspot.com

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