Chi vuol esser lieto spia

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Boom di detective in Brasile, tutti i nuovi super-ricchi li vogliono

SAN PAOLO
A vederlo così, André Vianna sembra un ingegnere alle prese con la ricognizione di un cantiere. Lo sguardo preciso e attento, la testa che si muove assecondando i movimenti circostanti. Nessuna lente di ingrandimento né macchina fotografica in miniatura. Sta solo scrutando le uscite del Maracanà, il tempio del football brasiliano. Sì, sembra proprio un ingegnere e con gli occhi pare misurare ogni dettaglio. Invece André è uno dei più importanti Sherlock Holmes del Brasile, Paese che dal 2009 si aspetta almeno due novità: l'ulteriore aumento del numero dei suoi milionari e il boom dei detectives privati.

In fondo, le due cose vanno a braccetto. Se crescono i ricchi, crescono i problemi di come gestire il danaro, difenderlo da sguardi indiscreti, liberarsi degli scocciatori. Di qui l'incremento sorprendente nel Paese verde-oro degli investigatori privati che si occupano di tutto, dallo spionaggio industriale ai tradimenti coniugali. Secondo la principale associazione di settore, la Cufdb, negli ultimi anni la crescita è stata del cento per cento, con un totale di 120 mila nuovi Sherlock Holmes. Ancora lontani dai sofisticatissimi modelli made in Usa, gli investigatori brasiliani però di progressi ne hanno fatti tantissimi. Sempre collegati a un Mp3 o un laptop palmare, hanno una grande abilità nel muoversi dentro città dedaliche come San Paolo o Rio, in cui perdersi il più delle volte significa non tornare più a casa.

Un collega di André, che vuole mantenere l'anonimato, racconta che «un bravo investigatore deve saper mantenere buoni contatti con gli informatori in tutti i livelli della società. Anche nelle favelas, anzi, soprattutto lì, perché un contatto sbagliato lì dentro può anche ucciderti». Conoscere ogni strato della società e affinare le tecniche di osservazione: sono ancora queste le parole chiave per essere un bravo detective. Soprattutto a queste latitudini. Anzi, proprio qui, dove la polizia a volte è inefficiente e la percezione di insicurezza in generale è in costante aumento. «Viviamo in un'epoca di profonda incertezza - prosegue André - e le agenzie di investigazione infondono tranquillità nei cittadini. La nostra riesce a risolvere in media l'80% dei casi, mentre istituzioni pubbliche come la polizia arrivano sì e no al 12%».

Dai lussuosi residence di Copacabana fino ai motel più periferici di San Paolo, i set di lavoro dei detectives brasiliani sono i più svariati. Francisco Lopes, coraggioso investigatore paulista, racconta che sono le donne le migliori clienti: «Prima di divorziare dal proprio partner vogliono avere le prove del tradimento, per portare a casa il massimo dei soldi. Non c'è niente di passionale nelle loro richieste di aiuto, solo molto, molto calcolo».

Un calcolo che si fa ben pagare. A Rio de Janeiro una settimana di indagini costa tremila reais brasiliani, circa mille euro, un'enormità, se si considera che la cifra corrisponde a cinque volte il salario minimo del Paese e al doppio dello stipendio mensile di un poliziotto. Infatti tra i nuovi investigatori non mancano ex poliziotti desiderosi di guadagnare di più e di diventare capi di se stessi. Quanto al mercato, poi, si fa sempre più attraente. Dopo le mogli tradite, il cliente numero due è il politico che teme l'intercettazione o vuole proteggersi da scandali «fuori luogo».

In ogni situazione, dice Francisco Lopes, bisogna usare gli strumenti adatti. «Antropologia - spiega -, null'altro che antropologia. Per sapere la verità bisogna capire con chi e con che cosa si ha a che fare». Ore in palestra non hanno alcun senso se lo Sherlock Holmes dei tropici non affina sul campo lo spirito d'osservazione e il senso critico. «Non dare niente per scontato: è questo il segreto del nostro lavoro».

Il mercato promette molto bene. Al mondo ci sono dieci milioni di milionari e nella classifica dei Paesi che ne hanno di più il Brasile si colloca al terzo posto, dopo India e Cina, con un aumento - dal 2006 al 2006 - del 19,1%. E parliamo di persone con almeno 30 milioni di dollari. Da proteggere, da difendere e, se si tratta di capitali altrui, magari da far spiare. Basti pensare che in Brasile anche chi non è ricco rischia ogni giorno il «sequestro-lampo», un rapimento veloce fino al più vicino bancomat per prelevare con la carta di credito l’intero massimale. I milionari, certo, hanno altre paure. Elicotteri, bodyguard e precauzioni a volte non bastano. Ma uno Sherlock Holmes su misura può risolvere ogni problema.

(Paolo Manzo)

La crescita economica sta migliorando non solo il numero dei milionari ma anche il numoero delle persone benestanti e questo in un paesi in cui contrasti sociali sono evidenti e la povertà di una parte della popolazione ancora abbastanza elevata ha portato indubbiamente all'aumeto dei rischi ma anche alla possibilità di prendere alcune precauzioni e creare nuove figure professionali per il paese.

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