Imprese: crisi in Italia? Vado in Brasile ...

Cresce il numero delle imprese italiane in Brasile nel 2011


Alla crisi che sta colpendo l'Italia settecentocinquanta imprese italiane rispondono andando in Brasile, attualmente uno tra i Paesi più promettenti del panorama economico mondiale.
Questo non è un punto d'arrivo, sottolinea Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, intervenendo al Forum economico tra Italia e Brasile. «Si può fare ancora molto di più» dice Marcegaglia che sottolinea il rapido sviluppo tumultuoso del gigante sudamericano e mette in evidenza i numeri sempre più significativi dell'interscambio tra i due paesi altresì rimarcando come «appena lo 0,1% delle imprese straniere presenti in Italia provenga dal Brasile»: esistono ampi margini per migliorare la situazione.
Il Forum svoltosi nella sede di Confindustria in occasione di una missione di imprenditori in Italia guidata dalla Lide (associazione di imprenditori leader brasiliani) a visto la presenza dei Ceo arrivati dal Brasile (tra le imprese presenti Brasil Foods, Tam, Banco Itaù, Fiat Brasile). Per l’Italia erano presenti Assicurazioni Generali, Ferrero, Telecom, Pirelli, Todini, Almaviva, Enel, Finmeccanica, Fs, Luxottica, Prysmian, Mapei, Salini Costruttori, Fincantieri, Tenaris Dalmine.
Gli imprenditori italiani hanno prestato attenzione alle opportunità di investimento illustrate dal ministro dell'Industria e del commercio estero del Brasile, Fernando Pimentel e dal ministro della Scienza e Tecnologia, Aloizio Mercadante, che non ha mancato di sottolineare il possibile interesse delle aziende brasiliane in eventuali privatizzazioni italiane. I governatori degli Stati di Pernambuco, Goias, Bahia e Sergipe hanno illustrato ai presenti i diversi programmi sul territorio.
Nel corso del Forum bilaterale sono stati resi noti i risultati di uno studio nato dalla collaborazione tra Confindustria, Ambasciata d'Italia in Brasile e le società di consulenza Kpmg e Value Team.
A partire da dicembre 2007 fino a settembre 2011 le società italiane e le filiali locali censite in Brasile sono aumentante di 335 unità passando da 250 a 585. Anche la presenza del sistema bancario in Italia è in evoluzione (con la presenza di Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Popolare di Vicenza, Ubi Banca) e c'è sul campo un mix di linee di credito e garanzie offerte da Simest, Sace, Iadb e Banca di sviluppo brasiliana Bndes.
Emma Marcegaglia sottolineato come il flusso degli investimenti negli ultimi quattro anni è stato «di 1,2 miliardi di euro», «l'interscambio dal 2006 è salito del 30% e le esportazioni del 70%».
Oggi, ha aggiunto, la sfida è sostenere anche la presenza delle Pmi nel Paese brasiliano già presidiato da grandi realtà industriali italiane. «Da tempo – commenta Paolo Zegna, vicepresidente Confindustria per l'internazionalizzazione – abbiamo scelto poche ma chiare priorità per i mercati esteri, tra queste spicca il Brasile la cui economia si basa su un sistema industriale moderno, con grandi opportunità di crescita nella meccanica, nell'automotive, nell'agroindustria, nella cantieristica navale, nelle costruzioni, nelle energie rinnovabili». Anche la politica è attenta, garantisce il sottosegretario agli Esteri Vincenzo Scotti, in quanto «pone l'America Latina e quindi il Brasile al centro delle strategie internazionali».

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