Crisi mondiale: anche l'economia brasiliana rallenta


La crisi mondiale causa un rallentamento nel Pil del Brasile (+0,2%)


Frena l'economia brasiliana, mettendosi in coda al rallentamento in India e Cina. 
Nel primo trimestre dell'anno il Pil del Brasile è cresciuto appena dello 0,2%, rispetto agli ultimi tre mesi del 2011, e dello 0,8% su base annua, scandendo così il passo più lento dal terzo trimestre del 2009, quando l'economia era addirittura in contrazione (-1,5%). 
Con la Cina avviata a un tasso di crescita inferiore all'8% e l'India che rallenta ai minimi da quasi dieci anni (al 5,3% nel primo trimestre del 2012), i Paesi emergenti mostrano sempre più la corda, raggiunti dal contagio del raffreddamento globale.

Il ministro delle Finanze brasiliano Guido Mantega ieri si è sforzato di sottolineare l'unico elemento positivo nella batteria di dati divulgati dall'Istituto nazionale di statistica, vale a dire il rimbalzo del settore industriale, che ha fatto registrare una crescita dell'1,7% rispetto ai tre mesi precedenti. 
«Buone notizie», ha sottolineato Mantega. E in effetti si tratta del miglior risultato da un anno a questa parte per un comparto in crisi dalla metà del 2011. Segno che, ha affermato il ministro, la politica di incentivi pubblici e sgravi fiscali messa in campo dal Governo sta dando i suoi frutti. 
Mantega si aspetta un'accelerazione dell'economia al 4-4,5% nella seconda parte dell'anno, grazie anche all'aiuto che arriverà dal deprezzamento del real e dalla discesa del tasso d'interesse. Mercoledì la Banca centrale l'ha tagliato per la settima volta, portandolo al minimo storico per il Brasile (8,5%).
E tuttavia le cose potrebbero essere più complicate di come le dipinge Mantega. 
A maggio, l'indice Pmi del comparto manifatturiero, un parametro che è un buon anticipatore dell'andamento del Pil, è rimasto stagnante a quota 49,3 in Brasile (quindi segnalando una contrazione dell'attività), con una flessione dei sotto-indici relativi a nuovi ordini, anche dall'estero, e della produzione. 
Non a caso, Mantega ieri ha anche confermato che il Governo è prontissimo a intervenire con nuovi pacchetti di sostegno all'economia, soprattutto per incentivare gli investimenti, in parallelo all'accomodante politica monetaria della Banca centrale.
Di incentivi avrebbe bisogno anche l'India. Dopo il pessimo dato sul Pil, ieri è arrivata una deludente lettura del Pmi, contrattosi a maggio. Stesso discorso per la Cina, dove il Pmi elaborato dall'ufficio statistico è sceso da 53,3 di aprile a 50,4 a maggio, per una volta in linea (almeno nell'andamento) con il Pmi calcolato dalla banca Hsbc, a sua volta in flessione da 49,3 a 48,4.
Ieri Markit ha diffuso anche l'indice finale Pmi manifatturiero dei Paesi europei. 
L'Eurozona arretra da 45,9 a 45,1, mettendo così in fila il decimo mese consecutivo sotto quota 50. 
La stessa Germania si ferma a maggio ai minimi da tre anni (a 45,2), mentre migliora leggermente l'indice Pmi in Italia, che sale da 43,8 a 44,8, avendo già scontato nei mesi passati un forte calo.

Fonte:http://www.agichina24.it/repository/canali/norme-e-tributi/notizie/201206020200-rt2-ss20120602004caa-il_brasile_si_ferma_0_2_cina_e_india_rallentano

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