Flamengo Campione del Brasile
RIO DE JANEIRO (Bra), 6 dicembre 2009 - Il Brasile è di nuovo rubro-negro: il Flamengo è per la sesta volta campione nazionale. Diciassette anni di attesa per riconquistare il Brasilerao più 72 minuti di sofferenza nell'ultima partita per avere la meglio di un arrendevole Gremio, il cui risultato positivo avrebbe consegnato il titolo agli odiatissimi rivali cittadini (di Porto Alegre) dell'Internacional.
Voglia di perdere — Il Tricolor Gaucho era salito a Rio de Janeiro con tre soli titolari (tra questi Mario Fernades, cercato in queste settimane dall'Inter) e un gruppuscolo di riserve e giovani prospetti interessanti tipo Maylson e Douglas Costa, entrambi vicecampioni mondiali col Brasile nel recente Mondiale under 20. Perdere e perderemo, era più o meno il monito di ogni tifoso gremista.
Brivido iniziale — Eppure esistono sempre i “5 maggio” e per poco più di un'ora il Gremio gioca una partita ordinata e passa addirittura in vantaggio con Roberson, al 20': un gol che ammutolisce la muraglia umana colorata di rosso-nero che ha coperto interamente l'immenso Maracana e che a inizio match ha accolto gli avversari con gridi di incoraggiamento (”Gremio, Gremio!”) prima di far partire il “Mengao do meu coraçao” che ha abbracciato i propri beniamini. L'uno a zero gremista è immediatamente doppiato dal gol dell'Internacional, che gioca in casa col già spacciato Santo André, e il timore di un nuovo Maracanaço riempie di brividi ogni tifoso del Flamengo.
La squadra di casa ha le gambe durissime, enfatizza i problemi di tutta la stagione: il tecnico Andrade (sì, l'ex romanista), che ha raccolto l'eredità da Cuca ad agosto, ha dato continuità di risultati organizzando una squadra tosta con tre mediani difficili da superare ma che ha poca creatività a difesa schierata e ritmi bassi, i due terzini di spinta, Rafael Moura e Juan, elementi chiave nella campagna per il titolo sono fuori fase, l'idolo di casa Petkovic è pieno di acciacchi e non ha più lo spunto di un tempo (carta d'identità dice 1976, con un passaggio anche nel Venezia di Zamparini in gioventù), e davanti Adriano (19 gol e capocannoniere del torneo) è tradito dall'emozione, sbaglia appoggi in serie, si muove discretamente bene ma non trova mai la conclusione adeguata.
Rimonta — Eppure è proprio l'Imperatore con un mezzo fallo furbetto su un difensore del Gremio, al 29', ad agevolare la battuta a rete del centrale difensivo David, al su primo gol in campionato. Il compagno di reparto Ronaldo Angelim, dieci minuti dopo l'ora di gioco, di testa, col Gremio sempre meno presente sul campo, segna il gol del 2-1 che regala la vittoria e il titolo al Flamengo, facendo esplodere il Maracana, Rio de Janeiro e un tifoso brasiliano su tre, dato che certamente il Mengo è la squadra con più sostenitori nel Paese.
Polemiche — Ai rivali, in primis l'Internacional (4-1 facile alla fine col Santo André), non resteranno che le lamentele, certificate anche da una serie di dialoghi (mani sulla bocca, ormai moda a tutte le latitudini) tra Adriano e diversi giocatori del Gremio che quantomeno insospettiscono. Poco da fare, il calcio è anche questo e il match ball lo hanno avuto sia il Palmeiras (la squadra con la migliore rosa, a nostro parere), dominatore di tre quarti di stagione e poi afflosciatosi sul finale (fuori anche dalla Libertadores) e il San Paolo che aveva raggiunto la vetta del Brasilerao prima di perdere settimana scorsa col Goias e lasciare il primo posto proprio al Flamengo.
Botafogo salvo — San Paolo piange e ride Rio, per una volta, e non solo quello rosso-nero: il Botafogo, la gloriosa squadra di Garrincha e Nilton Santos grazie alla vittoria (2-1) proprio sul Palmeiras e il contemporaneo 1-1 del Coritiba (col Fluminense) resta in serie A, dove l'anno prossimo giocare anche il Vasco da Gama, l'altro team carioca sprofondato nella serie cadetta nella scorsa stagione e prontamente tornato nel calcio che conta.
Cuore di mamma — Piange lacrime di gioia Rio de Janeiro: proprio come Douglas da Silva Oliveira, un ragazzino tifoso del Flemngo immortalato in lacrime dalla tv per non essere riuscito ad ottenere un biglietto d'entrata al Maracana e vedere i suoi beniamini contro il Gremio. Colpita, commossa la signora Rosilda, mamma di Adriano, ha prontamente inviato al ragazzino il proprio tagliando, lei che invece pare abbia recuperato un figlio, che ora piange di gioia: sotto il Cristo Redentore del Corcovado oggi han vinto un po' tutti.
fonte:gazzetta.it
Questo é stato il campionato piú strano che abbia visto, sembrava che nessuno volesse vincere e se si pensa che 13 partite fa il Flamengo era 14º l´allenatore sull´orlo del licenziamento si possono capire tante cose sulla stranezza di un Brasileiro in cui il Palmeiras sembrava o vincitore designato (ha avuto a 9 partite dalla fine un vantaggio sulla seconda di 8 punti e ben 15 piú del Flamengo) e la lotta sembrava una cosa in famiglia tra i due club di São Paulo, i verdi e i tricolori bianco-rosso-neri del São Paulo. Ma alla fine le storie incredibile qualche volta si avverano e cosí dopo 17 anni il glorioso Flamengo torna a guardare tutti dall´alto in basso, almeno fino al prossimo maggio quando una nuova storia verrá scritta.
Ultima partita prima del trionfo
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