Dilma Roussef: bilancio di 12 mesi di governo...

Tra scandali nei ministeri, accuse di corruzione, economia in frenata e tante promesse mancate si conclude tra le ombre il primo anno di mandato della prima donna presidente del Brasile.


Nelle intenzioni doveva essere il governo del fare: meno politico rispetto a quello di Lula e più tecnico. Chiusa l´era del presidente-operaio, un anno fa si apriva la fase del post-lulismo e il mandato, per la prima volta nella storia del Brasile, veniva conferito ad una donna. E invece è stato il governo della propaganda, ostaggio degli scandali e dei partiti di governo.
Il primo gennaio 2011, Dilma Rousseff, la mulher di Lula come veniva chiamata in campagna elettorale (mulher significa donna, ma anche moglie), saliva al Palacio do Planalto con una storia personale totalmente diversa da quella del suo predecessore: di famiglia borghese, negli anni ´70 aveva fatto parte dei gruppi di guerriglia che lottavano contro il regime miltare, poi si era laureata in economia e nel governo Lula si era guadagnata la fama di lady di ferro.
Eppure il suo governo si è dimostrato finora debole, continuamente al centro di scandali di corruzione e irregolarità che ne hanno minato l´azione e costretto a galleggiare in una perenne condizione di emergenza. Dall´inizio dell´anno ben sei ministri hanno dovuto rassegnare le dimissioni dopo le denunce riportate dalla stampa; il settimo ha lasciato per divergenze con i colleghi e adesso un ottavo è al centro di nuove accuse di irregolarità.
Eppure Dilma ha sfruttato la situazione a suo vantaggio e ha annunciato “tolleranza zero contro la corruzione”.
Non importa che quei ministri li abbia scelti lei appena un anno fa, nel paese è passata l´immagine di una presidente in grado di fare la faxina, ovvero la pulizia nei dicasteri: i sondaggi di questa settimana le attribuiscono infatti il 72% di popolarità, un indice di gradimento superiore perfino a quello di Lula al termine del suo primo anno di governo. Ma al di lá dei numeri dei sondaggi, a preoccupare maggiormente sono quelli relativi all´economia.
Il Pil nel 2011 crescerà solamente del 3%, contro le previsioni iniziali ben più rosee. Solo in minima parte la contrazione è dovuta alla crisi internazionale, “l´80% del rallentamento del Brasile è fabbricato in casa, solo il 20% è dovuto alla crisi europea”, ha spiegato pochi giorni fa Octavio de Barros, direttore degli studi economici del Banco Bradesco.
Anche in campo sociale la politica di Dilma si è rivelata più che altro una campagna fatta di slogan e di annunci di programmi che dovranno essere realizzati per “sradicare la miseria dal paese”.
E mentre miliardi di euro se ne vanno per la costruzione degli stadi per i Mondiali di calcio del 2014 (tra ritardi e costi gonfiati), scuole e ospedali pubblici continuano a versare in una situazione drammatica in tutto il paese.
Sul fronte dei diritti civili, Dilma ha il merito di aver creato in questi mesi la Commissione della Verità, un organo che dovrà indagare e fare luce sui crimini commessi dalla dittatura militare tra gli anni ´60 e gli anni ´80.
Molte più perplessità invece sorgono in campo ambientale dove la maggioranza di governo sostiene in Parlamento la riforma del Codice forestale, che se non verrà modificato spianerà nuovamente la strada alle ruspe e agli incendi selvaggi.
Spedendo in archivio il 2011, le previsioni economiche per l´anno prossimo rimangono incerte e mentre i mercati si attendono una crescita del 3,5%, Dilma dispensa ottimismo e annuncia che il Pil salirà del 4,5%-5%.
E´ quello che servirebbe per rilanciare le opere pubbliche, la costruzione di infrastrutture e riprendere con vigore i programmi sociali che negli ultimi dieci anni hanno aiutato milioni di brasiliani ad uscire dalla povertà e che adesso sembrano essere stati un po´ accantonati.
L´impressione che si ha al termine del primo anno di mandato, è che il governo Rousseff non sia in realtà ancora cominciato. Nel 2012 scopriremo se inizierà finalmente l´era Dilma o se Lula dovrà prepararsi per scendere in campo nuovamente nel 2014.

(Andrea Torrente – corrispondente da San Paolo)

 Fonte:http://www.articolotre.com/2011/12/brasile-il-bilancio-negativo-del-primo-anno-di-governo-dilma/53617

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