Paga sempre la gente: il Maracanã potrebbe essere privatizzato
Il calcio non è sempre stato uno sport popolare, al contrario la sua origine fu estremamente aristocratica e razzista, ma le classi popolari se ne appassionarono rendendolo uno sport popolare diventato ormai simbolo di identità nazionale.
Oggi i vecchi signori travestiti da uomini moderno vogliono trasformare in merce l'allegria del popolo brasiliano e privatizzare il Maracanã.
La ristrutturazione che stanno facendo in quello che fu il più grande stadio del mondo va controtendenza di quella che fu la tradione popolare dello stadio carioca che nel decennio del 1950 ospitava circa 200.000 persone e che attualmente può ospitare ufficialmente 78.000 spettatori.
L'antica "Generale" non esiste più. Il prezzo di ingresso è aumentato ed è evidente il tentativo "politico" di transformare nuovamente il calcio in uno sport elitario.
Se ciò non fosse sufficiente il governatore di Rio de Janeiro Sérgio Cabral - appoggiato dal sindaco Eduardo Paes e dal presidente Dilma - vuole privatizzareil Maracanã, consegnando per 35 anni il tempio del calcio al miliardario Eike Batista.
Le condizioni per procedera alla privatizzazione, o meglio, alla donazione sono incredibili: per la cessione dello stadio, lo Stato di Rio de Janeiro riceverà soltanto 33 rate da R$ 7 milioni, ossia, R$ 231milioni.
La cifra è il 26,5% di quanto già impiegato per il restauro dello stadio per la Coppa del Mondo del 2014 (R$ 869 milioni) o il 18% del totale speso nelle ultime tre riforme strutturali (R$ 1,279 miliardi, con i lavori per i Mondiali della Fifa del 2000, Pan del 2007 e Coppa).
Riassumendo il denaro ricevuto non è nemmeno sufficiente a pagare la ristrutturazione che prevede ancora la distruzione dello storico Parque Aquático Julio de Lamare e dell' Estádio de Atletismo Célio de Barros (entrambi inaugurati negli anni '70).
Personaggi dello Sport Olimpico come Maurren Magi (oro a Pechino) e Mariana Brochado (nuotatrice) appoggiano la campagna contro la demolizione. Nemmeno, uno shopping e un eliporto per gli alti dirigenti di FIFA E CBF non dover affrontare il traffico cittadino.
Un'altra vergogna che sta accompagnando l'avvicinamento ai Mondiali di calcio il cui prezzo viene pagato dalla popolazione che, lontano dall'essere ingenua, vede imprenditori accumulare fortune in nome dio Rio 2014 in quanto la qualità dei trasporti continua pessima e l'accesso dei cittadini a spazi di cultura e svago e il e il diritto alla salute e all'educazione è ogni giorno più precario.
La Coppa del Mondo è stata presentata como una grande opportunità, la domanda sorge logica e spontanea: per chi?
(D.T.)
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