Dilma Vana Roussef
Dilma Vana Roussef
Dilma Vana Rousseff nasce a Belo Horizonte 62 anni fa da una famiglia della classe media brasiliana, con il padre di origine bulgara e la madre brasiliana insegnante. Separata per due volte, ha una figlia ed un nipote di due mesi. Dilma è una donna che ha conosciuto due fasi della sua vita. Nella sua gioventù militò nei gruppi di resistenza alla dittatura militare quali, Polop, Colina e VAR-Palmares, in cui era conosciuta come la “Giovanna d’Arco della sovversione”. Finì incarcerata per tre anni nei quali subì ininterrottamente per ventidue giorni le torture dei suoi carcerieri.
Dopo il carcere Dilma si stabilì a Porto Alegre e lì presso l’ Universidad Federal de Rio Grande do Sul, si laureò in economia. Nel 1979 inizia la seconda fase di vita di Dilma, quella più propriamente politica. Decide infatti di aderire al Partido Democratico Laborista, nelle cui file ottenne il ruolo di segretaria dell’industria nel governo cittadino di Porto Alegre e poi quello di delegata per l’energia nel governo statale di Rio Grande do Sul. Durante gli anni della presidenza di Cardoso, passa al Partido dos Trabalhadores e nel 2002 la sua conoscenza con Lula le cambia la vita. Prima diventa il ministro dell’energia nel primo governo Lula (2002-2006), poi il presidente-operaio, valutandone l’esperienza tecnica ed il carattere molto forte e poco teso al compromesso, la nomina nel suo secondo governo, ministro della Casa Civil, una sorta di consulente speciale alla presidenza e ministero dell’interno al tempo stesso e le affida l’incarico di coordinare il programma delle grandi opere per lo sviluppo del paese (Programa de Aceleración del Crecimiento). Accusata dai settori più oltranzisti del partito di essere favorevole alla privatizzazione di alcune aziende, tra cui la stessa Petrobras che però è diventata proprio negli ultimi anni una delle 10 compagnie petrolifere al mondo, entra in rotta con Marina Silva, ministro dell’Ambiente per l’estensione del PAC e la difesa dei produttori di soia in Amazzonia, costringendola alle dimissioni. La donna di ferro supera anche un tumore linfatico in pochi mesi nel 2009 e nel 2010 viene lanciata alla presidenza dopo il suo ultimo programma “Mi casa, mi vida”, con cui ha distribuito un milione di case popolari a famiglie indigenti. La sua linea politica rispecchierà quella di Lula, ma con molta più attenzione ai rapporti con gli altri paesi (su tutti Iran e Venezuela sul piano energetico e Cile e Colombia su quello diplomatico interamericano), in particolare nel Mercosur e nella gestione meno statalizzata dell’economia. E’ tifosa dell’Internacional Porto Alegre e la prima donna storicamente eletta al vertice del Brasile.
fonte:legnostorto.com
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