La crisi economica sta arrivando in Brasile?

La crisi economica sta arrivando anche in Brasile?


Premetto che non sono assolutamente un esperto di economia ma la situazione mondiale degli ultimi mesi mi ha portato a fare più attenzione a ciò che sta accadendo nel macrocosmo economico.
La domanda che mi sorge spontanea in questi giorni è se anche il Brasile e, in generale il Sud America, soffriranno della crisi economica che ha travolto Europa e Stati Uniti. Fino ad oggi tutti gli esperti di economia brasiliana sostenevano che non c’erano problemi, che l’economia era in crescita e il paese forte ma io, spinto dalla mia curiosità e ignoranza mi pongo alcune  domande che credo molti altri si stiano facendo.
Se le cose vanno così bene e le finanze sono così solide perché l’altro ieri c’è stata una riduzione di 50 punti base del tasso di riferimento (Selic) che è sceso all’11,5 quando analoga riduzione si ebbe già il 31 agosto?
Perché il presidente della Banca Centrale, Alexandre Tombini, dopo aver rassicurato in agosto che l’inflazione era sotto controllo ora giustifica l’ultima riduzione dei tassi proprio per controllare e limitare gli effetti di quest’ultima?
E ancora come mai il Fondo monetario internazionale ha ridotto le prospettive di crescita del Brasile di circa mezzo punto passando a 4,12% per il 2011 e 3% nel 2012 se il paese gode, secondo quanto ci viene detto dai governanti, di ottima salute?
Forse queste sono domande impertinenti e inopportune ma con questa scelta del presidente Tombini il poderoso sistema economico brasiliano può correre qualche rischio; primo fra tutti quello di un aumento dell’inflazione i cui effetti già si stanno vedendo sulla borsa dei cittadini. I prezzi sono in continua ascesa e l’aumento tendenziale dell’inflazione calcolato per quest’anno al 6,5% è superiore all’obiettivo prefissato dal Governo che è equivalente al 4,5%.
Alcune critiche sono state mosse a Tombini accusato di sentire troppo la pressione della Presidente Dilma Roussef e del PT (Partito dei Lavoratori) da Jankiel Santos capo economista di Bes Investimento do Brasil il quale ha giudicato eccessiva la decisone della Banca Centrale.
Tombini e il Comitato di politica monetaria fanno affidamento sul fatto che il rallentamento internazionale riesca a contenere le spinte sui prezzi ma queste scelte “non sono del tutto chiare” come dichiara Eduardo Crespo, economista dell’Università Federale di Rio de Janeiro (Ufrj). Il Governo ha già avanzato l’ipotesi di una manovra finanziaria restrittiva per il 2012 in modo da allontanare l’incubo inflazione e mantenere costante una ripresa che si basa principalmente sui settori agrario, edilizio e finanziario.
Resta da vedere chi avrà ragione ma una cosa emerge evidente, la sicurezza di un paese che fino a pochi mesi fa si sentiva immune dalla crisi oggi si poggia su basi meno solide e lascia il dubbio che non tutto sia “meraviglioso” come ci era stato raccontato.

I.B.

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